NON È UN PAESE PER MUSICISTI

meta e siae: accordo saltato e musica in pericolo

a cura di Nina Martoarana

Marketing

20/08/23

Sentire parlare dello “scontro fra META e SIAE” fa pensare ad un sanguinoso campo di battaglia, in cui due potenze/divinità appartenenti ad una dimensione parallela si bersagliano all’ultimo sangue per la conquista del mondo. Metaforicamente parlando (e utilizzando licenze poetiche dai toni esageratamente drammatici) potremmo dire che è proprio così; quanto accaduto appena lo scorso marzo, d’altronde, non è stato un incidente privo di vittime. 

A pagare il prezzo della disputa fra queste due grandi società, che dalla loro hanno sicuramente le risorse per tamponare le proprie perdite, sono i musicisti – coloro i quali dovrebbero, utopisticamente, essere protetti dai disequilibri del mercato e avere i loro interessi e diritti rispettati.
 

Partiamo dalle basi: META è la nuova identità virtuale scelta da Zuckerberg per riunire tutti i prodotti, le applicazioni e le tecnologie da lui acquisite (Facebook, Instagram, Whatsapp, Oculus etc.) all’interno di uno stesso universo (o metaverso). Un’unica grande community.

SIAE è solo la più importante società italiana di autori ed editori, ente/intermediario a tutela e a gestione dei diritti d’autore in tutte le discipline artistiche. In Italia, specificatamente per chi si occupa di musica, una valida alternativa è rappresentata da Soundreef, anch’essa purtroppo finita per un momento nel giogo delle dinamiche di potere che hanno scatenato tanta polemica.
 

I social hanno drasticamente trasformato gli equilibri dell’industria musicale, dalla produzione di un contenuto alla sua promozione e fruizione: da giugno 2018 Instagram (cavalcando la potentissima onda scatenata dalle funzionalità del suo più feroce competitor, TikTok) offre ai suoi utenti la possibilità di inserire la musica nelle storie, con l’intento di creare uno spazio dove la condivisione di brani musicali con i propri followers personalizza ancor più profondamente l’esperienza social. Un’opportunità che si rivela fondamentale non solo per chi ama comunicare e condividere i propri ascolti, ma soprattutto per gli artisti – emergenti e non – che hanno potuto sfruttare a pieno le potenzialità virali di uno strumento in apparenza molto semplice da utilizzare. 

A dicembre 2022 l’accordo circa la licenza sul diritto d’autore tra META e SIAE arriva alla sua scadenza naturale, e a differenza di quanto accade con altri 150 paesi che intrattengono accordi dello stesso tipo con la holding proprietaria delle piattaforme social, le trattative per il rinnovo non sono risolutive; a marzo 2023 viene confermato in via ufficiale che i brani del repertorio SIAE saranno rimossi dalle librerie META, per una mancata intesa a proposito degli accordi passati.

Non è stato reso noto il perché di questa impasse (non sorprende l’ipotesi di un arretrato sui pagamenti pattuiti); i comunicati stampa della SIAE prendono chiare posizioni: “A Siae viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell'effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti. […] Siae non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell'industria creativa italiana.”
 

Da marzo sono stati fatti pochi passi avanti, forse addirittura qualcuno indietro: come citato precedentemente, anche Soundreef ha visto i propri brani (a cominciare da quelli in condivisione con la SIAE) esclusi dalle library di META – fino al raggiungimento di nuovi accordi, pare, che hanno permesso solo ai contenuti di sua specifica competenza di tornare condivisibili.

Che tipo di accordo è stato trovato tra Soundreef e META, qual è la differenza con le proposte avanzate dalla SIAE? Si parla, stando a quanto affermato da Angelo Mazzetti – responsabile degli affari istituzionali di META – di un aumento sulle trattative del 310%, dichiarazione subito (ovviamente) smentita dal presidente della SIAE, Salvio Nastasi. 

 

Un continuo tira e molla di tale portata rende certamente difficile formare un giudizio univoco sulla questione, se non impossibile conoscere i parametri reali di questo contrasto. L’unica cosa certa è che a rimetterci sono i musicisti, quelli che grazie alla SIAE dovrebbero avere assicurato un guadagno passivo e una crescita costante e che META dice di voler promuovere e sponsorizzare. Ad oggi, gli artisti emergenti hanno perso la possibilità di promuovere la propria musica attraverso i social media; i big, pur con nomi e risorse alle spalle, hanno visto crollare intere campagne promozionali.

Tutti perdono, nessuno vince in questa guerra. Ma è un’anomalia o solo un apocalittico segno di grandi cambiamenti in arrivo per il mondo della musica?

 

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